Guardare porno per lavoro: il caso di Sven Lewandowski

Chi non vorrebbe avere un lavoro come quello di Sven Lewandowski, un sociologo che di lavoro studia filmati porno amatoriali? Vediamo le sue scoperte.
L'obiettivo di Sven Lewandowski
Sven Lewandowski si è posto l'obiettivo di capire i misteri della sessualità umana e per questo motivo passa le sue giornate a guardare filmati porno amatoriali per studiare accuratamente le gesta dei protagonisti del film hot. Da quanto ne sappiamo riceve anche una bella paga per compiere questi studi, ma questo viene in secondo piano.
Nell’ultimo anno, Sven Lewandowski ha compiuto molte ricerche sulla sessualità umana analizzando molti video porno amatoriali, Il suo modus operandi è sempre lo stesso: Lewandowski visiona e studia i video per poi intervistare le persone - sia uomini che donne e di tutti i tipi di orientamenti sessuali - circa il loro modo di approcciarsi al sesso. L'obiettivo è capire come si formano dal profondo dell'inconscio le abitudini sessuali.
Buffo anche il modo di approvvigionamento dell'oggetto degli studi, i video. Per trovarli, il ricercatore lancia appelli all’università, pubblica post su siti di incontri, lascia volantini nei sexy shop.
Lavorerà alla sua teoria della sessualità per i prossimi due anni e le candidature per contribuire allo studio sono aperte. La stessa Università di Bielefeld sta reclutando infatti persone volenterose che facciano pervenire i loro video intimi in nome della scienza (maggiori informazioni qui).
Cosa si nasconde in un video porno
«È davvero difficile esprimere a parole ciò che il corpo fa durante il sesso» ha spiegato il ricercatore ai microfoni del sito vice.com.
Secondo Lewandowski i video amatoriali sono perfetti per studiare i comportamenti sessuali degli umani perché sono registrati in momenti privati in cui l'essere umano si lascia completamente andare dimostrandosi - attraverso i comportamenti e le gesta - per ciò che in realtà è. Cosa un po' diversa sono i video professionali i quali a detta di Lewandowski sono senza senza in quanto preparati ad hoc e quindi innaturali.
Il presupposto per uno studio accurato è che tutte le persone rappresentate nei film siano adulte e non sotto gli effetti di alcol o droghe. Inoltre i video riguardano solo le interazioni di coppia e non la masturbazione singola.
«In genere vengono esclusi i video sulla masturbazione perché lo studio riguarda l’interazione sessuale, vale a dire il rapporto fra almeno due persone. Non importa che tipo di rapporto vi sia all’interno della coppia: può trattarsi di colleghi di lavoro, amici o di una relazione a lungo termine» ha spiegato Lewandowski. Lo scienziato ha inoltre affermato che secondo lui la nostra sessualità sia inconscia come qualsiasi altra pratica fisica e fa poi un esempio curioso. <<Quando si gioca a calcio, ognuno ha un certo stile nel maneggiare la palla. Penso che nel sesso sia simile: anche quando una coppia vuol fare un gioco di ruolo, i video mostrano alla fine la loro normale sessualità».
Perché le persone si riprendono in momenti intimi
Trattandosi di un momento intimo, in teoria dovrebbe restare tale. Invece - spiega Lewandowski - molte persone si sentono appagati nel registrarli e anche nel diffonderli. Alcuni lo fanno per autoappagamento, come se il video fosse un trofeo conquistato, altri lo fanno per rivedersi e magari masturbarsi in momenti di solitudine, altri ancora provano dei brividi di eccitazione alla sola idea che quei video una volta caricati sui siti porno verranno visti da moltissime altre persone.
Al legittimo dubbio posto in essere dagli interlocutori di Sven Lewandowski riguardante la domanda se il porno amatoriale rispecchi effettivamente la sessualità umana in maniera reale e senza filtri, l'esperto risponde deciso affermando che le persone tendono a concentrarsi solo sull'atto e a dimenticare quasi del tutto della fotocamera, soprattutto se sono a casa e non in un luogo pubblico in cui potrebbero essere scoperti di punto in bianco.
«Certo, non si possono escludere le persone che cercano di essere un po’ più spettacolari di quanto lo siano nella vita di tutti i giorni, specialmente quando il video è destinato a diventare pubblico. Ma è abbastanza facile distinguere quando le persone recitano e quando non lo fanno», aggiunge il sociologo.
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